Le assicurazioni dovranno pagare 153 mila polizze dimenticate. Ecco chi ne ha diritto
Nei prossimi mesi potrebbe capitarti di ricevere una comunicazione da parte di una compagnia assicurativa, per dirti che ti verrà pagata una vecchia polizza di un tuo familiare defunto. No, non è una bufala: è solo la soluzione più normale e onesta – a volte accade anche questo – per rimediare al problema delle polizze dormienti. Ebbene si: in Italia ci sono 153 mila polizze vita non pagate, intestate a persone decedute e mai riscosse dagli aventi diritto.
Dopo mesi di indagini si è conclusa così la verifica dell’IVASS, l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, che aveva già stanato le prime quindicimila “polizze dormienti”; quelle polizze, cioè, che nonostante gli anni di pagamento dei premi non sono mai state riscosse dagli Italiani. Il perché? Semplicemente, chi ha maturato il relativo diritto non lo ha mai saputo.
Per trovare il giro miliardario di denaro non corrisposto l’IVASS ha svolto una serie di controlli incrociati con l’Anagrafe Tributaria dell’Agenzia delle entrate. L’analisi ha interessato tutte le compagnie di assicurazione italiane operanti nel settore vita e 4 imprese estere; e riguardato tutte le polizze vita con formula “vita intera”, senza cioè una scadenza, oltre a quelle con scadenza contrattuale tra il 2007 e il 2016.
Rispetto a queste ultime, le imprese non sono ancora in grado di dire se il beneficiario fosse deceduto durante il periodo di durata del contratto.
Nel corso dell’esame sono stati incrociati 6,9 milioni di codici fiscali. E’ risultato che sarebbero 153 mila i decessi di persone che avevano stipulato contratti assicurativi vita e che possono aver maturato il diritto al pagamento dei benefici.
Il problema delle polizze dormienti
Ma perché tutte queste polizze non sono state corrisposte? In realtà la questione avrebbe una duplice giustificazione per le imprese assicurative. Queste non sarebbero in grado di sapere se il proprio assicurato sia o meno in vita, quantomeno fino a quando qualcuno non rivendichi il diritto ad ottenere le somme che gli spettano.
Inoltre, nel caso di morte risulterebbe difficoltoso per la Compagnia rintracciare gli eredi legittimi, perché questi spesso non sarebbero neanche indicati con nome e cognome nei contratti assicurativi. Questo argomento in realtà non convince: un qualche indirizzo del defunto la compagnia doveva pure averlo!
Diciamo che la vera difficoltà è che spesso i congiunti più stretti degli assicurati neanche sanno che i loro cari avevano stipulato una polizza; e che spesso il tempo che corre porta nel dimenticatoio i diritti di noi contraenti deboli.
Da qui è nata l’iniziativa dell’Ivass, che ha proceduto a controllare i codici fiscali di coloro che risultavano titolari delle polizze; li ha pertanto comunicati all’Agenzia delle Entrate perché accertasse che fossero ancora in vita. Da tali informazioni si è provveduto a “risvegliare” le prime polizze e a pagarle agli aventi diritto.
Cosa accade ora alle polizze dormienti?
Semplice: dovranno essere pagate. Gli eredi degli assicurati ne hanno pieno diritto. Prima di ogni cosa, per le polizze che prevedevano un termine le imprese assicurative dovranno accertare in quali casi la morte dei contraenti sia avvenuta prima o dopo la scadenza del contratto.
Se il decesso dell’assicurato era intervenuto fuori dal periodo di copertura della polizza, non vi sarebbe il diritto al pagamento del capitale nel caso di morte. In tutti gli altri casi e per le c.d. polizze a vita intera le compagnie dovranno attivarsi; in particolare dovranno rintracciare i beneficiari delle somme assicurate provvedendo al pagamento del dovuto.
Per fare questo, le compagnie avranno tempo fino all’11 giugno prossimo per comunicare all’Ivass quali polizze risulteranno ancora da pagare; in quella data dovranno anche dare conto delle liquidazioni già effettuate.
I numeri saranno certamente altissimi: si stima infatti una somma che si aggira intorno ai 15 miliardi di euro. Infatti l’indagine pilota che aveva riguardato un numero limitato di compagnie assicurative per un totale di 15 mila polizze non pagate, aveva portato ad un calcolo di circa un miliardo e mezzo di euro.
Chiaramente non potranno essere pagate le polizze prescritte. Dunque, se sono trascorsi dieci anni dalla morte del beneficiario o dalla scadenza del contratto si perde il relativo diritto. In tal caso, i fondi non riscossi confluiscono nel Fondo rapporti dormienti della Consap, che a sua volta gestisce il rimborso per chi può ancora rivendicare le proprie somme.
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